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Accoglienza come segno profetico

Quando nel mese di febbraio 2022 ha avuto inizio l’invasione russa dell’Ucraina, molti erano coloro che fuggivano dalla guerra in corso. La situazione di emergenza poneva a tutti l’interrogativo: Come possiamo aiutare questi fratelli?


Come Provincia, siamo entrate in dialogo con la CARITAS di Albano Laziale, mettendo a disposizione la casetta, da tempo inutilizzata.

Nel frattempo, molte istituzioni si sono messe in movimento per trovare luoghi e forme di accoglienza. Attraverso l’USMI Nazionale, abbiamo ricevuto una richiesta della Comunità di Sant’Egidio per l’accoglienza di fratelli ucraini arrivati in Italia tramite i Corridoi Umanitari.


Alcuni di questi, con problemi di salute importanti come la necessità di dialisi, sono stati accolti, inizialmente, in una struttura di emergenza, ma bisognosi di un ambiente più adatto. Fu così che, in dialogo con la CARITAS, abbiamo dato la disponibilità per l’accoglienza di dieci persone. Ne sono arrivate nove, due nuclei familiari e tre senza famiglia. Successivamente è giunta Alina, adolescente che si è riunita alla sua famiglia. In seguito ad un trapianto renale, un nucleo familiare si è trasferito in altro luogo più adatto ed è giunta un’altra coppia.


Aver aperto la porta di questa casa ha offerto a noi Pastorelle, in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio, di partecipare, in piccola parte, alla grande sofferenza del popolo ucraino.


Sono persone molto semplici e, nonostante le difficoltà della lingua, aperte al dialogo, fatto di sorrisi e di gesti. Le traduzioni con il cellulare sono venute in aiuto per la comunicazione e quindi aprire la condivisione anche con la parola.


Nel gruppo c’è Oksana, donna meravigliosa che, nonostante la grande sofferenza, ha sempre sul suo volto il sorriso. Oksana ha marito in dialisi, due figlie giovani con lei, una terza figlia sposata e con una bimba piccola, ma lontana e con il marito a difesa del Paese. Il suo pensiero va spesso alla sua mamma anziana, rimasta in Ucraina. Gli altri del gruppo sono aperti, disponibili nella cura della casa e dell’ambiente, sofferenti ma sereni.


Molto significativo è stato il giorno del loro arrivo tra noi: 7 maggio 2022, Festa di Gesù buon Pastore! Come non leggere questa coincidenza, un dono del Buon Pastore che dava a noi la possibilità di esprimere la cura pastorale per questi nostri fratelli?


La casetta era stata preparata con cura dalle sorelle, perché i nostri ospiti si potessero sentire a casa, nella nuova struttura. Per loro siamo rimaste disponibili nell’accompagnare i primi passi necessari per collocarsi nella nuova realtà. Da subito sono stati presenti, per le loro necessità, membri volontari della Comunità di Sant’Egidio, che vivono nella zona dei Castelli e che tutt’ora continuano a seguirli. Il tutto si svolge in dialogo con i responsabili della Comunità, i quali sono grati per la nostra disponibilità ad offrire loro la casa e le utenze e il nostro supporto.


Ormai siamo abituate alla loro presenza, agli incontri semplici che avvengono passeggiando nello spazio in cui sono collocate le nostre case. Con loro, a causa della diversità di lingua, si scambiano poche parole, saluti, sorrisi e condivisioni di ciò che la provvidenza ci offre.


Durante le feste natalizie abbiamo creato un momento di incontro fraterno tra noi Pastorelle e loro. In tale occasione si è favorita una conoscenza reciproca e consolidato quello spirito fraterno vissuto fin dall’inizio. In questa circostanza, Oksana, ha detto: “Quando siamo arrivati non sapevamo una parola di italiano e non capivamo nulla, ma i vostri occhi, il vostro sorriso, i vostri abbracci ci hanno fatto sentire accolti. Ora ci sentiamo come sotto un tetto che ci protegge, in voi è Dio che ci protegge”.


È passato quasi un anno da quando sono arrivati e non sappiamo ancora come sarà il loro futuro. Date le loro necessità sanitarie, dovranno trovare una collocazione stabile. I responsabili delle Comunità di Sant’Egidio si stanno occupando di questo, perché abbiano una casa e l’assistenza necessaria alla loro sussistenza e salute molto precaria.


Siamo felici di poter vivere questa esperienza di solidarietà seppur con un solo rammarico, non poter avere una sorella a disposizione per accompagnarli. Comunque, è stata un’opportunità per vedere laici che con molta disponibilità si dedicano a sostenere, con la loro presenza, fratelli che si trovano in situazione di sofferenza per la distruzione del loro paese.


Recentemente Papa Francesco ha dato udienza a quanti sono giunti in Italia tramite i Corridoi Umanitari e a questo incontro, i nostri ospiti sono andati insieme a due delle sorelle che hanno più occasioni di entrare in dialogo con loro nella semplicità del quotidiano.


In tale circostanza Papa Francesco così si esprimeva: «A voi, promotori dei “corridoi”, ai religiosi e alle religiose, ai singoli e alle organizzazioni che vi hanno partecipato vorrei dire: siete dei mediatori di una storia di integrazione, non intermediari che guadagnano approfittando del bisogno e delle sofferenze. Non siete intermediari ma mediatori, e mostrate che, se si lavora seriamente a porre le basi, è possibile accogliere e integrare efficacemente». Siano queste parole ad incoraggiare il nostro impegno a vivere sempre di più l’integrazione, come segno profetico per l’umanità di oggi.

Sr Cesarina Pisanelli, sjbp



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